Comunità Socio Sanitaria (C.S.S.) "Monica Crescini"



La Comunità nasce dagli stessi principi ispiratori che hanno dato vita in Leno, a partire dal 1981, ad una Cooperativa destinata ad accogliere le richieste d’aiuto presenti sul territorio.

La Cooperativa nacque dal concorso di alcuni elementi: la presenza di un problema reale (l’esistenza di ragazzi diversamente abili che avevano assolto l’obbligo scolastico e non avevano più occasioni di allontanarsi dal nucleo familiare); l’esistenza di un gruppo di persone che condividevano ideali politici e religiosi di solidarietà sociale; il fiorire di una  cultura a favore  delle persone svantaggiate.

Su questa triplice spinta fu creato un Laboratorio Protetto che nel tempo si è adeguato ai cambiamenti normativi ed alle necessità dell’utenza senza mai perdere la sua filosofia di fondo: i principi di solidarietà, altruismo, condivisione. Questi sono rimasti sempre come colonne portanti, pur nei cambiamenti, nell’erogazione dei servizi e sono stati declinati sia nella ricerca di personale professionalmente formato ed in continua formazione, sia nell’utilizzo di preziosi volontari, sia nella scelta di attività tese a potenziare le abilità degli utenti e la relazione continua con il territorio.

Nel 2008, rispondendo ad un’esigenza largamente avanzata dalle famiglie, il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa ha realizzato la  Comunità Alloggio con lo scopo di dare una “casa” agli utenti del C.D.D. “Collaboriamo”. Questo progetto è stato fortemente voluto e reso possibile dalla Responsabile Monica Crescini la quale ha fornito un fondamentale contributo alla nascita, nel 1981, della Cooperativa stessa e, successivamente, ha dedicato la sua esperienza e la sua capacità di lettura dei bisogni degli utenti e delle loro famiglie alla realizzazione della Comunità Alloggio. Anche quest’ultima fa propri gli ideali di condivisione, di sostegno, di attenzione ai più “deboli”: offre, così, alle persone diversamente abili del proprio territorio ed alle loro famiglie un servizio che consenta ad entrambe le parti di mantenere una qualità di vita più che accettabile e permetta all’utente, nel momento della necessità, di non essere sradicato dal suo ambiente e dai suoi legami affettivi.  Dal 1° aprile del 2010, la C.S.S. è stata accreditata dalla Regione Lombardia e dall’ASL di Brescia. Pertanto, può accogliere utenti che usufruiscono del voucher socio-sanitario definito in base alla gravità della patologia, attraverso la compilazione della scheda SIDi.

 

FINALITA’ SPECIFICHE DELLA C.S.S.

 

La C.S.S. è un servizio che si differenzia da tutti gli altri per la sua caratteristica familiare, nel senso che tenta, senza la presunzione di volersi sostituire alla famiglia naturale, di far vivere l’utente in un clima familiare tale da garantire il massimo della normalizzazione.

La Comunità, perciò, vuol essere ed ha bisogno di essere un luogo in cui:

     le persone abbiano l’opportunità di mantenere/migliorare le proprie abilità: come in famiglia, anche in Comunità l’utente è stimolato a prendersi cura della sua persona, dei suoi effetti personali, dell’ambiente in cui vive;

     le persone si sentano accolte e tutelate: le persone sentano che qualcuno si prende cura di loro, che troveranno sempre un amico, un operatore che è lì per loro qualsiasi cosa accada; sentano che in Comunità è prioritario regalarsi affetto ed attenzioni, preoccuparsi della salute fisica ed emotiva dell’altro, interessarsi alla persona in quanto tale;

   le persone trovino rassicurazione e conforto: se paura, solitudine, sconforto e dolore fanno parte dell’esperienza di ciascuna persona, in tali situazioni la Comunità dimostra tutta la sua naturale predisposizione all’altro perché gli operatori e gli altri membri della comunità diventano capaci di rassicurare e confortare chi è in difficoltà  ascoltando,  accogliendo, dedicando del tempo;

     le persone abbiano occasione di confronto e di crescita: la Comunità offre un insieme di attività che soddisfano il bisogno dell’utente di avere una qualità di vita sempre migliore e lo mettono in condizione di confrontarsi, relazionarsi con gli altri e sviluppare le proprie abilità;

     le persone siano stimolate ad incontrarsi : nella comunità è possibile vivere sia le vecchie relazioni parentali e amicali, sia le nuove. Gli educatori devono prestare attenzione a non sradicare le persone diversamente abili dalle loro relazioni parentali; devono essere facilitati rientri a casa ed occasioni conviviali in Comunità con tutti i familiari degli utenti; vivere emozioni, condividere la gioia fa della Comunità un luogo non asettico, freddo, ma un luogo  in cui ci si diverte, si sperimentano nuove emozioni e si costruiscono nuove relazioni;

     le persone possano godere di intimità: nella Comunità, come in una casa, vengono garantiti riservatezza, intimità e spazi personali e personalizzati, separati dagli spazi comuni;

     le persone si sentano parte della comunità locale: gli utenti continuano a mantenere un legame stretto con il proprio territorio partecipando attivamente alle manifestazioni/attività dello stesso.


Realizzazione attraverso il contributo di: